La madre di una studentessa telefona a scuola. Per un evento improvviso sono morti i nonni, che vivevano all’estero. Va comunicato alla ragazza di rientrare subito a casa perché devono partire. Un’insegnante la chiama, avendo la premura di non dirle tutta la verità. Abitano però molto fuori Firenze. Decide allora di prendere la macchina e accompagnarla a casa di persona, anche per starle vicino durante il tragitto.

Una ragazza deve fare una denuncia in Questura per maltrattamenti. Naturalmente è molto a disagio. Decidiamo che non può andare da sola. Liberiamo dalle lezioni l’insegnante a cui è più legata e la mandiamo con lei per sostenerla in questo difficile momento.

Uno studente cinese con serie difficoltà cognitive, oltre che linguistiche, ha genitori che non sono in grado di affrontare la situazione. Alcuni insegnanti se ne fanno carico. Contattano la Asl per capire quali procedure servono per attivare tutti i supporti possibili. Poi vanno con lui a fare una visita da uno specialista.

Un insegnante di sostegno segue un ragazzo con grave disabilità, va spesso a casa a trovarlo e fa i compiti con lui. Poi tiene i rapporti con i medici, promuove incontri con i compagni di classe, fa di tutto per tenerlo agganciato alla scuola, che per lui è uno dei pochi momenti di benessere e legame con la vita.

Studenti in difficoltà economiche. Molti professori si adoperano per far loro avere gratuitamente i libri di testo e raccogliere soldi per coprire le spese dei viaggi di istruzione.

Sono solo alcuni dei moltissimi esempi di insegnanti che fanno molto più di quello che dovrebbero. Si prendono cura dei propri studenti senza guardare l’orologio, né i mancati riconoscimenti economici. Lo fanno semplicemente perché hanno a cuore i propri bambini e i propri ragazzi. Umanamente, prima che scolasticamente.

Sono storie che non fanno notizia. Eppure, accadono. È un appello, alla stampa e alla scuola. Raccontiamole di più. Per rendere omaggio al lavoro di tanti insegnanti. E anche, semplicemente, per amore della verità.