Si discute molto di green pass. Un gruppo di presidi, insegnanti e intellettuali ha chiesto al Governo di introdurlo anche nella scuola. Personalmente sono contrario, anche se, lo dico subito, sono vaccinato e ritengo giusto vaccinarsi. Ma l’obbligo per l’ammissione al lavoro del personale scolastico e per la frequenza delle lezioni in presenza degli studenti mi pare sbagliato. Per diverse ragioni.
La prima. Il green pass può avere senso per l’accesso a servizi che non siano di prima necessità. L’istruzione lo è e va garantita a tutti, vaccinati e non. Anche in Paesi come la Francia, dove si adotta diffusamente il green pass, la scuola viene esclusa perché si ritiene che il diritto allo studio vada sempre tutelato. Questo dovrebbe farci riflettere.
La seconda. Un trattamento sanitario obbligatorio di massa apre molte polemiche ed è difficilmente realizzabile. Meglio persuadere con argomentazioni scientifiche. Oltretutto, più dell’80% del personale scolastico è già vaccinato. Se si semplificano e si accelerano le procedure, si arriva facilmente oltre il 90%.
La terza. Riguardo ai vantaggi e ai rischi per i minorenni, ci sono opinioni diverse anche tra gli stessi esperti. Non è immaginabile che tutte le famiglie vaccinino i ragazzi senza un’indicazione chiara e univoca della comunità scientifica.
La quarta. A lungo bloccata, la vaccinazione dei minorenni è stata riaperta da poco, senza garanzie per tutti di poterla fare prima dell’inizio delle lezioni. Sarebbe quindi assurdo che il Governo non facesse entrare a scuola ragazzi non vaccinati per responsabilità del Governo stesso.
La quinta. Rimane il problema di come tutelare le persone fragili, che però non si risolverebbe vaccinando tutti perché ormai è appurato che anche i vaccinati possono veicolare il contagio.
Dopo due anni tormentati, occorre mettere fine a quel simulacro di scuola che è stata la Dad. Evitiamo atti di forza e allarmismi sociosanitari che non servono a nessuno e apriamo invece un confronto su come rientrare in sicurezza, adottando misure di precauzione (orari e ingressi differenziati, mascherine, distanziamenti) da rafforzare in presenza di persone fragili. Se mettiamo insieme il buon senso e le intelligenze di tutti, troveremo certamente soluzioni che tutelano salute e istruzione, preservando i principi di libertà e di solidarietà che sono alla base di una democrazia.
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