«Preside, sembra che abbiano rubato dei soldi in una classe». «Cerchiamo di capire meglio cosa è accaduto». Poco dopo i miei collaboratori ritornano. «Dunque, alla prima ora gli studenti di una classe sono andati nel laboratorio linguistico. Alcuni di loro hanno lasciato gli zaini con dentro i portafogli. Al loro rientro si sono accorti che mancavano dei soldi. A qualcuno pochi, ad altri di più, ad una ragazza 50 euro». «Sentiamo se i collaboratori scolastici del piano si sono accorti di qualcosa». «Abbiamo chiesto, non si sono accorti di nulla. E comunque, se anche avessero visto qualcuno entrare nell’aula, non avrebbero potuto riconoscere se fossero studenti di quella classe o di altre». Dopo un’oretta arrivano i ragazzi che hanno subito il furto. Mi raccontano di nuovo quello che è successo e mi chiedono se si può fare qualcosa. «Ragazzi, mi dispiace, ma in questi casi purtroppo c’è poco da fare. Quando si tratta di oggetti personali, qualche volta capita di ritrovarli. Ma i soldi non sono riconoscibili e non è possibile rintracciarli. A meno che qualcuno non fornisca elementi precisi». Loro mi confermano che non hanno visto nessuno e non hanno indizi. «A scuola siamo in tanti e purtroppo non tutti si comportano bene. La responsabilità dei furti è naturalmente di chi li ha commessi e se li scopriamo prenderemo provvedimenti severi. Però bisogna che anche voi stiate più attenti. Abbiamo detto molte volte di portare sempre dietro gli oggetti di valore. Ogni studente poi ha un cassetto personale chiuso con un lucchetto dove è possibile lasciare le proprie cose. Perché non lo avete utilizzato?». Silenzio. Sono amareggiati, stupiti di quanto accaduto e si rendono conto di aver commesso una leggerezza. La ragazza a cui hanno sottratto 50 euro è affranta. Fanno davvero tenerezza. Rinnovo il mio dispiacere e cerco di rincuorarli. Qualche minuto dopo arriva il genitore di uno dei ragazzi. Con toni molto cortesi chiede notizie ed esprimo anche a lui il mio rammarico. «Mi scuso a nome della scuola, ma con tanti studenti non riusciamo ad avere il controllo di tutto. Potete naturalmente fare denuncia alle forze dell’ordine, ma con poche possibilità di risolvere qualcosa».
I furti nelle scuole sono rari, ma capitano. E lasciano grande amarezza. E’ comprensibile che un genitore che iscrive un ragazzo a scuola si aspetti che certe cose non accadano. Eppure accadono. Dispiace prendere atto che la scuola non è un “porto sicuro”, ma non siamo diversi dal resto della società, non siamo una Repubblica a parte. Siamo lo specchio del mondo esterno e sarebbe ipocrita mostrarci migliori degli altri. Piuttosto che scandalizzarci, dovremmo invece cercare onestamente di capire chi siamo, analizzare le ragioni per cui alcuni si comportano in modo scorretto e riflettere su cosa possiamo fare per evitarlo.
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