«Preside, c’è una signora con la figlia. Vorrebbero parlare con lei». «Fatele entrare». La madre parte agguerrita. «Senta, la mia ragazza studia dalla mattina alla sera, ma con questa professoressa non ci si intende. Già l’anno scorso è stato faticoso arrivare alla sufficienza. E ora siamo ripartiti allo stesso modo. Si è impegnata moltissimo e al compito ha preso cinque e mezzo». «L’insegnante di cui parla è effettivamente esigente e tende a non mettere voti alti. Però siamo vicini alla sufficienza. Non mi pare un dramma, può capitare. Poi studiare tanto non sempre basta a prendere voti alti». «Senta, io è un anno che la mando a fare ripetizioni e chi la prepara mi dice che lei le cose le sa». «Questo mi fa piacere, ma il parere dell’insegnante a casa è relativo. I voti li mette l’insegnante della classe. Le valutazioni differenti sono normali. Non voglio dire che qualcuno abbia ragione e qualcuno torto. Semplicemente hanno parametri diversi di giudizio. Ci sarà chi dà più peso ad alcuni elementi e chi ad altri. Provate a parlare con la sua insegnante a scuola e ascoltate il suo punto di vista». «No, io con lei ho già parlato una volta e non ci parlo più. Piuttosto voglio chiedere l’accesso agli atti e avere copia dei compiti. E poi anche un ispettore che assista alle interrogazioni di mia figlia». «Senta, lei ha diritto di chiedere l’accesso agli atti. Però eviterei di entrare in guerra con l’insegnante senza prima aver praticato tutte le vie del dialogo. Aprire una conflittualità rende le cose più difficili». «Ma la ragazza è esasperata, non ce la fa più. E io devo tutelare mia figlia». «La figlia non la tutela attaccando l’insegnante. La tutela insegnandole a rapportarsi correttamente con le persone che hanno idee diverse dalle sue. Deve cercare la strada per dimostrare il proprio valore all’insegnante». Interviene la ragazza. «Non è solo una questione di voto. Però studio, studio e poi prendo cinque e mezzo. Non è giusto, non lo accetto». «Invece devi accettare i voti che ti danno gli insegnanti, non li puoi decidere tu. Poi hai capito perché hai preso cinque e mezzo e cosa devi fare per migliorare?». «No, non riesco a chiarirmi con l’insegnante». «Ma vedi allora che il punto è questo? Se non ti chiarisci, non puoi nemmeno provare a cambiare le cose. Su questo posso aiutarti. Chiederò all’insegnante di spiegarti meglio le ragioni del voto insufficiente e gli aspetti su cui lavorare. Poi, fra un po’ di tempo, ci rivediamo e facciamo il punto». Vanno via un po’ più tranquille di come sono entrate, anche se sempre convinte delle loro ragioni. Nella scuola abbiamo grossi problemi di comunicazione. Non ci parliamo e non ci ascoltiamo abbastanza. Se lo facessimo, avremmo risolto gran parte dei nostri problemi. Ed eviteremmo di credere che siamo sempre vittime di complotti orditi alle nostre spalle.
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