Mi presentano una stagista dell’Università, che viene a scuola per fare un laboratorio di scrittura con gli studenti. Parla con intelligenza e passione. E racconta che cerca di aiutare i ragazzi a evitare il “compitino”. «La scrittura è una tecnica che occorre padroneggiare e serve innanzitutto a conoscersi, a esprimere quello che siamo e che pensiamo». Ci confrontiamo su come scrivono gli studenti e su quello che si aspettano gli insegnanti. E sulle ragioni per cui le due cose a volte non corrispondono. Ci diciamo poi che la scrittura degli adolescenti va rispettata perché è figlia del tempo in cui vivono. Ma anche che bisogna portarli a scoprirne aspetti diversi. Quindi discutiamo dello scrivere poco e dello scrivere tanto. E del fatto che gli adulti sono spesso logorroici e i giovani troppo stringati. Mi cita allora una frase di Voltaire. «Scrivo una lunga lettera perché non ho avuto il tempo di scriverne una breve». Ecco, quel tempo andrebbe trovato. Perché è ormai diventato fondamentale riuscire a esprimere pensieri complessi in forme brevi e chiare.
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