Periodicamente ritorna il tema dell’educazione sessuale. E ci si domanda chi ne deve parlare, come e quando. Le famiglie non lo fanno abbastanza, oggi come ieri. Propongono modelli più disinvolti ai quali non corrisponde sempre un dialogo aperto con i figli. Le scuole non la pensano tutte allo stesso modo. Alcune rifiutano di discuterne, nella convinzione che il loro compito sia esclusivamente quello di trasmettere conoscenze disciplinari. Altre invece ne parlano, ma a volte in modo allarmistico. La sessualità diventa così pericolosa, un rischio di trasmissione di malattie o di gravidanze indesiderate. E ci si dimentica di dire che è anche desiderio, piacere, emozione. Il risultato di tutto questo è che molti ragazzi oscillano tra repressione e disinibizione. Sono impauriti e poco consapevoli. E spesso soli, circondati da persone che li giudicano senza ascoltarli. «Prof, sono rimasta incinta e non so cosa fare. Ai miei genitori non voglio dirlo. Hanno già tanti problemi. E poi non mi capirebbero». E’ solo l’ultima testimonianza di qualche giorno fa.
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