Entro in una classe prima. La professoressa di storia parla del carattere multietnico dell’impero persiano e fa un parallelismo con l’Unione Europea. Colgo l’occasione per chiedere agli studenti il loro punto di vista su un tema di attualità. «Oggi la convivenza tra culture diverse suscita molte discussioni. C’è chi difende l’Europa unita, con la libera circolazione di merci e persone. E chi vuole invece ripristinare le barriere, in nome dello slogan “ognuno a casa propria”. Voi come la vedete?». «La diversità è un valore da difendere». «Noi abbiamo compagni che provengono da altri Paesi. Sono una ricchezza per tutti, impariamo gli uni dagli altri». «Trump vuole costruire muri, ma lui era figlio di immigrati. Come tanti americani. Con le frontiere non sarebbe mai diventato presidente degli USA». «Anche molti italiani sono andati all’estero. Non possiamo dimenticarcelo». «E’ vero, abbiamo un po’ paura dei terroristi islamici. Ma sono singole persone. Non dobbiamo generalizzare». Sono tutti d’accordo. Ed è un piacere ascoltarli. Per i ragazzi la convivenza tra diversi è un fatto naturale. Basterebbe non alimentare la paura e lasciarli liberi di relazionarsi. Poi la strada per imparare a stare insieme la trovano da soli.
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