Incontro il padre di un ragazzo adolescente. «Mio figlio è sempre stato sereno, estroverso. Con ottimi risultati anche a scuola. Ma da un po’ di tempo non era più lui. Era silenzioso, chiuso in sé stesso. Poi sono arrivati anche un po’ di brutti voti. Ne ho parlato con mia moglie, ma non siamo riusciti a darci una spiegazione. Lui naturalmente non diceva nulla. Sa come sono i ragazzi di oggi, vero? Ho riflettuto a lungo su questa situazione. E ho pensato che ultimamente sono molto spesso fuori per lavoro, sto poco a casa con mio figlio. Noi siamo molto legati e mi è venuto il dubbio che questo potesse avere inciso. Allora ho preso una decisione. Un giorno, rientrato a casa, ho aperto la porta della sua camera, mi sono seduto di fronte a lui e gli ho chiesto scusa. Semplicemente. Gli ho detto che mi dispiaceva essere stato poco presente e che avrei cercato di rimediare, che avremmo ricominciato a stare insieme come prima. Non ci crederà, ma in pochi giorni mio figlio è tornato a essere quello di prima. E ha ricominciato a studiare con passione e regolarità. Noi adulti siamo troppo presi da noi stessi. Ci preoccupiamo dei nostri ragazzi, ma a volte non li vediamo nemmeno».
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