Tutti pensano che la scuola abbia tre mesi vacanza. Come se a metà giugno chiudesse i battenti e li riaprisse a metà settembre. Ma, tranne per qualche fortunato, le cose non stanno così. La maggioranza delle persone di scuola in questi giorni è ancora al lavoro. C’è chi partecipa agli esami di Stato, chi fa i corsi di recupero, chi accoglie i genitori. E poi chi pensa alle nuove classi, chi dipinge i muri, chi sistema i bagni e le aule. Insomma la scuola è vuota perché mancano i ragazzi, ma sorprendentemente è in pieno fermento. Poi arriverà agosto e si potrebbe credere che finalmente si riposi. Invece negli ultimi anni ci sono molte cose da seguire, come i trasferimenti o le immissioni in ruolo. E adesso forse i presidi dovranno organizzare la chiamata diretta di alcuni docenti. Quindi anche ad agosto gli uffici scolastici e le scuole lavorano a pieno regime (e spesso con organico ridotto) per assicurare il regolare avvio del nuovo anno scolastico. Bisognerebbe che l’opinione pubblica queste cose le sapesse e cominciasse a considerare con maggiore rispetto e considerazione il mondo della scuola, sgombrando il campo dagli antichi pregiudizi sugli insegnanti fannulloni.
I mesi estivi non sono però importanti solo per sbrigare l’ordinaria amministrazione., ma anche, e forse soprattutto, per progettare il nuovo anno scolastico. Perché è fondamentale che le aule siano a posto e i bagni in ordine, ma una scuola moderna non si vede da questo. E nemmeno da qualche computer in più. Una scuola moderna si riconosce dalle idee che riesce a mettere in campo. Per questo dovremmo approfittare di questo periodo per sviluppare pensiero e innovazione. Altrimenti ripetiamo l’errore di riproporre una scuola sempre uguale a sé stessa, che racconta storie che non riescono più ad appassionare.
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