Mi trovo in vicepresidenza. Entra uno studente. È molto scosso. Si avvicina a una delle vicepresidi, che è una sua insegnante. Le racconta delle cose, con le lacrime agli occhi. Mi allontano, per lasciarli parlare in tranquillità. A distanza, intravedo che lei cerca di consolarlo. Poi si avvicina un’altra insegnante. Lo abbracciano. Dopo un po’, escono con lui per accompagnarlo in classe. Quando la mia vicepreside rientra, mi racconta che gli è morto il cane, al quale era molto legato. È scappato ed è stato investito da un’auto.

Qualche tempo fa ebbe molta diffusione una notizia in realtà molto piccola. Una professoressa arrivò a scuola con il suo cucciolo perché quella mattina aveva difficoltà a trovare qualcuno che stesse con lui. Mi chiese se potesse tenerlo a scuola per qualche ora e le risposi che non vedevo problemi. Nel giro di poco, divenne la mascotte della scuola. Ogni tanto poi capita che qualcuno, un genitore o un esperto esterno, entri a scuola per qualche momento con un cane, suscitando sempre grande entusiasmo.

Forse potremmo immaginare di “normalizzare” la presenza di animali a scuola, naturalmente con una regolamentazione che presti attenzione a chi ha delle fobie e alle questioni legate all’igiene. In classe non parliamo mai del rapporto con gli animali, eppure sono fondamentali nella vita di molti di noi. Mi pare una mancanza grave. In un luogo dove si fa educazione, lavorando sulle relazioni e sul benessere delle persone, gli animali dovrebbero trovare spazio. Sono convinto che, come avviene nelle nostre case, anche nelle scuole porterebbero serenità e allenterebbero le tensioni, aiutandoci a lavorare su di noi. Alcune scuole hanno anche attivato in questi anni laboratori di pet-therapy, molto apprezzati perché riescono a far emergere tratti nascosti del nostro carattere. Si vedono ad esempio ragazzi e adulti aprirsi al contatto fisico e liberare emozioni represse nelle nostre ingessate relazioni quotidiane. Gli animali quindi potrebbero davvero aiutarci a costruire una scuola migliore. Pensiamoci.