Mi trovo in vicepresidenza. Entra uno studente. È molto scosso. Si avvicina a una delle vicepresidi, che è una sua insegnante. Le racconta delle cose, con le lacrime agli occhi. Mi allontano, per lasciarli parlare in tranquillità. A distanza, intravedo che lei cerca di consolarlo. Poi si avvicina un’altra insegnante. Lo abbracciano. Dopo un po’, escono con lui per accompagnarlo in classe. Quando la mia vicepreside rientra, mi racconta che gli è morto il cane, al quale era molto legato. È scappato ed è stato investito da un’auto.
Qualche tempo fa ebbe molta diffusione una notizia in realtà molto piccola. Una professoressa arrivò a scuola con il suo cucciolo perché quella mattina aveva difficoltà a trovare qualcuno che stesse con lui. Mi chiese se potesse tenerlo a scuola per qualche ora e le risposi che non vedevo problemi. Nel giro di poco, divenne la mascotte della scuola. Ogni tanto poi capita che qualcuno, un genitore o un esperto esterno, entri a scuola per qualche momento con un cane, suscitando sempre grande entusiasmo.
Forse potremmo immaginare di “normalizzare” la presenza di animali a scuola, naturalmente con una regolamentazione che presti attenzione a chi ha delle fobie e alle questioni legate all’igiene. In classe non parliamo mai del rapporto con gli animali, eppure sono fondamentali nella vita di molti di noi. Mi pare una mancanza grave. In un luogo dove si fa educazione, lavorando sulle relazioni e sul benessere delle persone, gli animali dovrebbero trovare spazio. Sono convinto che, come avviene nelle nostre case, anche nelle scuole porterebbero serenità e allenterebbero le tensioni, aiutandoci a lavorare su di noi. Alcune scuole hanno anche attivato in questi anni laboratori di pet-therapy, molto apprezzati perché riescono a far emergere tratti nascosti del nostro carattere. Si vedono ad esempio ragazzi e adulti aprirsi al contatto fisico e liberare emozioni represse nelle nostre ingessate relazioni quotidiane. Gli animali quindi potrebbero davvero aiutarci a costruire una scuola migliore. Pensiamoci.
5 Marzo 2025 alle 13:54
Il grande Totò diceva che gli animali sono come bambini muti, ma lo sguardo di un animale vale più di mille parole. E sono parole sincere, prive di falsità o di opportunismo. Ci leggi amore, fedeltà,gratitudine,intuizione dei tuoi umori, delle tue gioie e dei tuoi dolori, dei tuoi silenzi…
Si instaura tra loro e l’uomo, che di proposito non chiamo padrone, un rapporto profondo e tacito di simbiosi. Il sentimento si fortifica nelle abitudini quotidiane e se riprendi il tuo cane per qualche disubbidienza gli occhi si velano di tristezza perchè sente di aver mancato e tradito la tua fiducia, se lo accarezzi per dirgli che gli vuoi bene lui accompagna il movimento della mano con il corpo, come un’onda muta di riconoscenza.
Se c’è un cucciolo d’uomo nella casa che lo ospita diventerà il suo giocattolo e il suo custode e non è vero che un cane è ciò che lo classifica la razza a cui appartiene. Molto spesso si scelgono animali ritenuti combattivi ed aggressivi perchè il padrone (e in questo caso è giusto chiamarlo così) vuole dare di sè una immagine di forza e di audacia di cui , in realtà, è carente e abitua l’animale all’attacco e alla aggressione.
Prendete un cane trovato per strada, abbandonato, solo, affamato, ferito e prendetelo con voi , curatelo, confortatelo, e sarete inondati da un mare travolgente di gratitudine e di amore…. In un momento qualsiasi della giornata, magari mentre , seduto,siete assorti nella lettura lui si avvicinerà, guairà e poggiando il muso sulle vostre ginocchia saprà guardarvi profondamente nel suo totale darsi a voi in un grazie che diventa parola infinita.
Permettere una regolamentata presenza di animali all’interno della scuola è certamente un programma stimolante e valido per conoscere e far conoscere meglio questi nostri amici a quattro zampe e per scambiare fra i ragazzi opinioni ed esperienze fatte attraverso rapporti sporadici o quotidiani con loro…
In un mondo di Avatar e di impossibili emozioni “artificiali” ritroveremo forse quello che stiamo dimenticando proprio nella serenità e nella pulizia dello sguardo degli animali, nel loro aiuto incondizionato e nel loro esempio, e da questi nostri amici fedeli potremo forse imparare a cercare e ritrovare quella parte di umanità che stiamo perdendo ed un amore meno malato.