Nel discorso di fine anno Mattarella propone un’idea di sicurezza molto diversa da quella oggi prevalente, basata su repressione ed espulsioni. Il Presidente della Repubblica fa derivare la sicurezza dalla convivenza civile, da «un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e rispettino le regole del vivere comune». «Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani» aggiunge. E’ un richiamo forte, al quale anche le scuole dovrebbero rispondere. Con azioni concrete, non solo con dichiarazioni di principio. Le scuole sicure sono quelle dove si praticano il dialogo e la solidarietà e, a chi vive situazioni di disagio, si garantiscono le stesse possibilità degli altri. Purtroppo non tutte le scuole lo fanno. In alcune ci si vanta di non avere studenti immigrati o con disabilità, in altre non esiste ascolto autentico, in altre ancora si opera per aumentare le differenze sociali invece che per ridurle. Così non perdiamo solo la sicurezza. Perdiamo anche il senso di umanità e lo spirito di comunità.
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