Esami di maturità 2021. Scampoli di colloqui degli studenti. «Sono una ragazza con disabilità. In questi anni i miei compagni sono stati fantastici. Mi hanno accolto benissimo, mi sono stati vicino. Quando è iniziata la Dad ho sofferto molto. Mi sono ritrovata da sola. Sono entrata in crisi e non riuscivo più a studiare». «Ho fatto molti sport. Calcetto ad alti livelli. Ero abituata a uscire e vedere tante persone. Quando siamo rimasti chiusi in casa, non l’ho accettato. Uscivo spesso in giardino per prendere una boccata d’aria e guardare il cielo o portavo fuori i cani per andare un po’ in giro». «In terza ho fatto un mese di volontariato in Brasile e ho visto da vicino la vita nelle favelas. Fame e disagio come noi non ce lo possiamo nemmeno immaginare. Da grande vorrei fare la carriera militare come mio padre. Sogno di tornare a casa un giorno e raccontare che ho salvato una vita umana». «Ho fatto lo stage in una struttura con malati psichiatrici gravi. Sono entrata in contatto con il mistero della mente. Questa esperienza mi ha messa alla prova, mi ha trasformata. Non sono più la stessa persona, ho un altro modo di vedere le cose». «Ho portato un elaborato sulla dipendenza sessuale, un tema che mi interessa molto. A scuola di sessualità si parla poco e male. Noi abbiamo fatto solo un incontro sui sistemi contraccettivi. Ma non è quello di cui vorremmo parlare noi studenti. Vorremmo invece discutere di piacere senza censure, dei modi in cui agire la sessualità. Chi la vive liberamente è spesso giudicato male, una cosa che ritengo ingiusta. Vi ringrazio perché adesso mi consentite di parlare apertamente di questo tema».
Anche questo raccontano i ragazzi alla maturità. Poi vanno su argomenti classici. “Il Fanciullino” di Pascoli, le cause della prima guerra mondiale, gli articoli della Costituzione. E la musica cambia. Diventano “scolastici”. Penso al paradosso che noi stessi nella scuola diamo un’accezione negativa al termine “scolastico”. E mi domando perché. Forse perché la scuola è spesso monotona e richiede soprattutto “diligenza”. I colloqui della maturità fanno capire una cosa. Se affrontiamo i programmi in modo diverso, se diamo spazio ai pensieri e alle emozioni dei ragazzi, si sente un’aria nuova. E la scuola diventa migliore. Meno scolastica.
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