«Quando entro in quella classe mi viene subito il nervoso». «Quella professoressa non si regge». «I miei genitori sono opprimenti». «Con mia figlia non so più che fare». A volte la presidenza diventa un confessionale per chi non ce la fa più. E tende a dare la responsabilità ad altri. Anche noi presidi, quando non riusciamo, ce la prendiamo con gli insegnanti, con gli studenti, con i genitori, con il personale Ata. O con il Ministero. Per qualcuno la soluzione è la fuga. Il preside cambia scuola, gli studenti e le famiglie vorrebbero cambiare professore, gli insegnanti chiedono di cambiare classe. Genitori e figli se la prendono con il destino cinico e baro che gli ha dato in sorte proprio quei figli o quei genitori. Ogni tanto però la vita ci sorprende. «Con quella classe non ho raggiunto i risultati sperati. Ho deciso di provare un altro approccio». «Con quell’insegnante abbiamo esagerato, ci siamo scusati, proveremo a comportarci meglio». «Ieri ho trattato male mia figlia. Ho problemi al lavoro, lei non c’entra nulla. Devo rifletterci». «Le mie scelte di direzione della scuola non hanno funzionato, cambierò strada». Quando qualcuno riconosce la sconfitta e cerca di affrontarla, credi che i miracoli esistano davvero.
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