Marzo e aprile sono i mesi in cui si effettua la gran parte dei viaggi di istruzione. Molte classi vanno all’estero ed emerge sempre il caso degli studenti stranieri. Per tutti loro, in particolare per i ragazzi extracomunitari, anche se nati in Italia, si entra in un girone infernale di procedure kafkiane. Molti hanno i documenti d’identità in regola, ma magari non il permesso di soggiorno valido secondo le disposizioni vigenti (ad esempio, lo hanno cartaceo ma non digitale). Alcuni hanno richiesto il rinnovo, ma i tempi per ottenerlo sono lunghi, a volte non compatibili con quelli della scuola. Al di là delle problematiche tecniche, che sono complesse e che non è qui il caso di approfondire, rimane il problema di fondo. Bambini e ragazzi che vanno nella stessa scuola, frequentano le stesse classi e seguono le stesse lezioni non hanno gli stessi diritti. Nemmeno per partecipare semplicemente a uscite di qualche giorno.
In queste settimane ho ricevuto molti studenti stranieri in lacrime perché avevano paura di non poter partecipare ai viaggi, anche a causa dei ritardi del nostro Stato nelle risposte alle richieste delle loro famiglie. Questi studenti sono spesso accompagnati da compagni italiani e insegnanti, che protestano contro una ingiustizia che a loro appare evidente, esprimendo amarezza per il rischio di non fare l’esperienza di viaggio tutti insieme.
Il Comune di Firenze ha approvato una delibera sullo Ius Scholae per la cittadinanza onoraria ai minori stranieri. È un atto che non risolve la situazione, ma che è simbolicamente importante. Ci auguriamo che possa essere l’inizio di un percorso. Perché si può pensarla politicamente in modo diverso, avere idee differenti sulla gestione dell’immigrazione, ma andrebbero tenuti fuori bambini e ragazzi dalle beghe politiche di noi adulti, trattandoli allo stesso modo, che siano italiani e stranieri, affinché la scuola pubblica sia davvero la scuola di tutti. Perché sarebbe arrivata l’ora che sul diritto alla salute e all’istruzione non ci siano più distinzioni di sorta.
13 Marzo 2025 alle 20:08
Grazie, DS Ludovico Arte, per le riflessioni settimanali. Tutti gli alunni meriterebbero valore, importanza, spazio di vita… Mi pare siamo rimasti in pochi a “battagliare” per questo. Ius scholae di certo, il diritto di essere in primis il diritto di appartenere a un luogo al secondo posto. Con stima e gratitudine per le azioni quotidiane, frutto di intelligenza, passione, empatia, la saluto cordialmente ti prof.ssa Manuela Moscardi