È appena uscita la circolare sui viaggi studio all’estero. In una scuola a indirizzo linguistico, si tratta di un momento molto atteso da studenti e famiglie. I costi però sono rilevanti. Arrivano lettere e telefonate. «Ci tengo molto a mandare mia figlia, ma ho difficoltà economiche. Sono previsti aiuti?». «Non è possibile cambiare il viaggio per abbassare il prezzo?». Bussa una studentessa. «Sto lavorando, ma non ho tutti i soldi adesso. Posso dare una parte ora e il resto quando ricevo lo stipendio? Dovrebbe essere questione di pochi giorni». Proviamo a rispondere, per quello che possiamo.

Tra le altre, chiama una mamma. «Ma come vi viene in mente di fare viaggi così costosi e dare solo una decina di giorni per versare un acconto di 450 euro? Forse non vi rendete conto di come vivono le persone. Sono da sola a badare a mia figlia. Dovreste considerare la nostra condizione». «Signora, siamo dispiaciuti per i disagi di molte famiglie. Il prezzo dei viaggi però non lo facciamo noi, ma il mercato. I soggiorni studio all’estero sono esperienze importanti per gli studenti ma con costi significativi, anche se più bassi di quelli che avreste privatamente. Cerchiamo comunque di scegliere la proposta delle agenzie con il migliore rapporto qualità/prezzo. Tutto però è aumentato, purtroppo. Per quanto riguarda le scadenze strette, in realtà da tempo si sa che in questo periodo c’è da versare un acconto». «Mi scusi lo sfogo, però per noi è davvero difficile. Io ho da preoccuparmi di pagare le bollette, non posso ricordarmi di quando ci sono i viaggi da pagare se non me lo segnalate». «Ha ragione, tenga comunque conto che sono previsti contributi per chi ha un ISEE inferiore a 15 mila euro».

L’organizzazione dei viaggi è uno dei momenti in cui la scuola entra in contatto con la situazione socioeconomica del Paese. È vero, alcuni di noi hanno condizioni di vita fortunate e non possono capire realmente quello che vivono molte famiglie. Dovremmo ricordarcelo più spesso, se vogliamo evitare di dire e fare cose sbagliate.