Tra le deleghe sulla scuola approvate dal Governo c’è la proposta di essere ammessi all’esame di Stato con la media del 6 e non più con il 6 in tutte le discipline. Subito sono scattate forti reazioni contrarie, in base al solito refrain: la scuola è già fin troppo facile, i ragazzi sono viziati, dobbiamo smetterla di alleggerirgli la vita. Ma le cose non stanno proprio così. Intanto oggi molti ragazzi sono pieni di problemi familiari, sociali, psicologici. E la scuola certo non li risparmia né dai carichi di lavoro, come dimostrano le lamentele quotidiane di studenti e genitori, né dalle bocciature, che non di rado arrivano al 25-30%. Non è il quadro di ragazzi che fanno la bella vita. Non essere ammessi per una sola insufficienza non ha molto senso. Infatti spesso le scuole passano ipocritamente i 5 a 6. «Con la proposta del Governo i ragazzi smetterebbero di studiare le materie insufficienti», viene detto. Ma il punto è un altro. E’ giusto che prevalga un singolo voto negativo sui tanti positivi? Penso di no. Meglio allora una valutazione sintetica come la media. Anche perché lascerebbe visibili i voti reali, evitando le finzioni e mettendo tutti di fronte alle proprie responsabilità.
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