Il Governo ha approvato un decreto che prevede la possibilità di confermare per il prossimo anno scolastico i supplenti di sostegno attualmente in servizio. Al di là dei dettagli tecnici, va precisato che la richiesta deve arrivare dalla famiglia, il dirigente scolastico valuta se accoglierla e l’insegnante è libero di accettarla. La norma ha trovato comprensibili reazioni sindacali perché viola il principio delle graduatorie, nel senso che il docente “confermato” potrebbe avere il posto assegnato passando davanti a chi il prossimo anno ha più punti di lui.
Dico subito che, diversamente da persone che mi sono culturalmente vicine, sono d’accordo con la proposta del Governo perché ho visto troppe volte gli effetti negativi sugli studenti con disabilità, che hanno bisogno di punti di riferimento stabili, dei continui cambi di insegnanti di sostegno. Tutto questo pone il tema della valutazione. È giusto valutare dirigenti, docenti e Ata? E come farlo? Se ne parla sempre, ma per il momento, di fatto, nessuno viene valutato. Continua a non esserci distinzione tra chi è bravo e si impegna e chi invece ha sbagliato mestiere.
Vedremo se in futuro le cose cambieranno. Nel frattempo, mi sembra positivo sperimentare, sia pure in modo limitato, una strada che tenga conto della volontà di più soggetti (famiglia, dirigente e docente interessato), evitando così tre rischi: l’automatismo delle graduatorie, l’arbitrio di un preside che decide da solo e l’idea che una famiglia possa scegliersi autonomamente gli insegnanti. Per valutare i docenti serve un punto di vista collettivo. E lo stesso dovrebbe avvenire con i presidi, per i quali andrebbe ascoltata la comunità scolastica, cosa che il Governo al momento non ha previsto.
Il decreto sugli insegnanti di sostegno susciterà discussioni. Ma le discussioni, se avvengono senza pregiudiziali e con toni civili, sono sempre positive. Le procedure che abbiamo adesso non funzionano. Confrontiamoci per trovarne altre, che tutelino i diritti dei lavoratori offrendo agli studenti un’istruzione di qualità.
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