Con l’arrivo della Santa Pasqua, nelle scuole si ripete un fenomeno che ha del miracoloso. Ragazzi che non hanno mai fatto nulla per tutto l’anno si accorgono improvvisamente che manca poco al termine delle lezioni e che rischiano la bocciatura. Allora, come tanti Lazzaro, si risvegliano dal lungo sonno, si stirano le braccia e cominciano a chiedersi «Dove sono? Cosa mi è successo?». Qualcuno gli ripete quello che va dicendo da molti mesi. «Buongiorno, sei a scuola. Hai dormito a lungo e stai per perdere l’anno. Non è che, per caso, vorresti cominciare a studiare?». Questa domanda, già posta molte volte senza alcuna risposta, viene improvvisamente ascoltata. Non si comprende bene perché. Il ragazzo, ancora stordito dal lungo torpore, di solito dice: «Ah, capisco. Certo, me lo potevate dire prima». Gli adulti fanno finta di non sentire e sperano che Lazzaro si sia davvero svegliato. I ragazzi si accorgono così, con un certo stupore, di avere in casa dei libri e cominciano a sfogliarli. Ed inizia una storia che ha dell’incredibile. Si mettono a studiare, qualcuno si fa interrogare volontariamente e compaiono i primi voti sufficienti sul registro. Da qui nasce poi uno dei classici psicodrammi della scuola. «Che si fa con questo ragazzo che non ha fatto nulla tutto l’anno e si è impegnato solo per due mesi?». «Beh, è giusto apprezzarne il miglioramento, io sarei per aiutarlo». «E ti sembra corretto nei confronti di chi ha studiato sempre con regolarità? Non possiamo promuoverlo». «Si è impegnato in ritardo, ma, se ha recuperato in poco tempo, vuol dire che è sveglio. Premiamo l’intelligenza». «Ma no, è da tre anni che studia solo negli ultimi due mesi. Ci prende in giro e non va bene». Decisioni difficili. Rimane la speranza che il prossimo anno la Pasqua arrivi prima.
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