Compito a distanza. Come il Coronavirus sta cambiando la tua vita. Ecco le risposte di alcuni studenti quindicenni. «Mi manca la vita normale, ma è l’unico modo di risolvere il problema. Se tutti rispettassero le norme, ne potremmo uscire più rapidamente. Siamo costretti a utilizzare mezzi tecnologici per rimanere in contatto, ma stare tutto il giorno davanti al computer non va bene. Quello che mi fa piacere è svegliarmi tardi la mattina. Mi tengo costantemente informata sull’attualità. Dobbiamo tutti impegnarci a risolvere la situazione. In fondo, l’unica cosa che ci viene richiesta è di rimanere a casa». «La mia giornata consiste nel mangiare, dormire, fare i compiti e guardare la TV. Mi manca uscire di casa, ricevere affetto e stare con i miei amici, ma so che questo sacrificio è necessario perché la salute viene prima di tutto, prima dell’economia e prima del piacere». «Ho scoperto che non è male stare a casa, mi dà l’opportunità di finire cose che prima non avevo tempo di portare avanti, come suonare la chitarra o leggere libri. Il Coronavirus non mi spaventa. Sono ottimista perché la Cina è riuscita a sconfiggerlo e anche in Italia ce la faremo». «All’inizio ero felice di non andare a scuola, poi mi sono reso conto di quanto sia noioso stare in casa. Non vedo l’ora di tornare alla normalità». «Ho fatto un sacco di dolci, ho studiato molto e ho guardato tanti film. Rimanere a casa mi lascia molto tempo per pensare e riflettere. Sono sicuro che le cose si risolveranno». «I primi giorni mi sono riposato, ma ora mi mancano i miei amici, mi manca Firenze, mi manca poter uscire senza aver paura di far soffrire la mia famiglia. Voglio concludere con una frase detta da tanti italiani. Andrà tutto bene!». «Vorrei che l’emergenza finisse prima possibile perché il mio Paese è in difficoltà e voglio ritornare alla mia vita normale». «Dopo l’annuncio del presidente Conte ero molto spaventata. Ho passato la serata a piangere perché non avrei potuto vedere i miei amici per settimane e perché avevo paura che alcuni dei miei parenti potessero ammalarsi. Poi ho cercato di mantenere la calma e seguire le regole date dalle istituzioni». «Stare a casa è per il bene dell’Italia e dei cittadini. Alcuni non lo fanno e andrebbero sanzionati». «Sono felice anche di andare a buttare la spazzatura pur di poter uscire». «Sono solita fare molte coccole alle persone, adesso sono triste perché devo restare a un metro di distanza. Ma usciremo da questa situazione più forti di prima». «Non comprendo l’agitazione dei miei genitori. Bisogna stare calmi e ascoltare di più chi ci dice di rispettare le regole». Ancora una volta le nuove generazioni si dimostrano migliori di come qualcuno le dipinge. E trovano anche il modo di dedicare un pensiero ai loro insegnanti. «Prof, volevo solo sapere come stava. Le auguro una buona giornata!»
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