Alcuni degli studenti più apprezzati dalle aziende durante i tirocini sono quelli che vanno peggio a scuola. In gita i professori raccontano spesso che i ragazzi hanno avuto comportamenti molto diversi da quelli che hanno in classe. Nelle assemblee di istituto gli studenti si esibiscono sul palco mostrando a volte talenti insospettabili. Qualche giorno fa una professoressa mi raccontava stupita di ragazzi pieni di insufficienze che erano stati professionali e competenti nel presentare ai turisti opere d’arte in lingua straniera. Tutto questo dovrebbe farci riflettere. Se i ragazzi ci sorprendono, vuol dire che non li conosciamo abbastanza. E, se ci sorprendono positivamente, vuol dire che a scuola danno il peggio di sé, che non consentiamo di valorizzare i loro talenti, le loro qualità. La sensazione forte è che lo stesso valga per alcuni adulti, piegati dalla stanchezza e dallo stress. Per questo diventa sempre più importante che la scuola sia innanzitutto un luogo di libertà e di benessere. Per restituire ad ognuno di noi la possibilità di esprimersi al meglio. E per riscoprire una semplice verità: la nostra personalità è fatta di molte sfaccettature, ma troppo spesso esibiamo sempre la solita. Anche a noi stessi.
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