Incontro di fine anno tra lo staff di presidenza e i rappresentanti di classe o di istituto, circa un centinaio di ragazzi. Stiamo insieme tre ore. A noi interessava capire il loro punto di vista sulla scuola, su quello che apprezzano e quello che vorrebbero migliorare, sugli aspetti positivi e quelli critici. E poi volevamo raccogliere le loro valutazioni su alcune innovazioni introdotte: la classe senza voti, l’abolizione del quadrimestre, la sperimentazione didattica con orari modificati. Infine, abbiamo chiesto un parere sui viaggi e sulle altre attività proposte. Il quadro che emerge è articolato, ma esprime una visione chiara e complessivamente condivisa da parte degli studenti.
Innanzitutto, molta attenzione agli ambienti. Apprezzamenti sugli spazi più belli, ma anche critiche sui bagni e sul giardino non abbastanza curato, anche per responsabilità loro, dove vorrebbero più contenitori per la raccolta differenziata. I viaggi sono andati nel complesso bene, ma ci sono lamentele sul cibo e sui costi troppo alti. Dopo un confronto su molti temi, la discussione si accende quando si arriva alla didattica. Gli studenti sostengono che l’abolizione dei quadrimestri rischia di essere una grande occasione mancata se i docenti non distribuiscono meglio il carico di lavoro nel corso dell’anno, evitando concentrazioni di verifiche e compiti in alcuni periodi. Sulla valutazione i pareri sono discordanti. Alcuni vorrebbero eliminare i voti, altri no. La maggioranza vorrebbe tenerli perché li ritengono un elemento di chiarezza, diversamente da chi crede che diano solo un’indicazione quantitativa, ma non qualitativa, e quindi spieghino poco. Alla fine, conveniamo tutti che la questione non è il voto in sé, ma il valore del rapporto tra docenti e studenti che porta a chiarire bene una valutazione. Sulla sua abolizione rimangono comunque posizioni differenti. Sono percorsi lunghi, vedremo dove porteranno.
Alla fine, eravamo tutti molto soddisfatti. Il confronto è stato interessante, lo sguardo dei ragazzi è sempre stimolante, a volte sorprendente. In modo pacato e civile, hanno espresso con franchezza quello che pensavano. Ci siamo ripromessi di ripetere più spesso questi incontri. Esercizi di democrazia di una scuola libera, aperta al confronto, che prova davvero a essere comunità. Ora tocca a noi adulti fare tesoro di quanto emerso. Perché le discussioni sono importanti, ma solo se poi si traducono in azioni che danno risposte concrete.
12 Maggio 2024 alle 11:05
Penso che la cosa più importante sia dare loro voce e spazi per comunicare come sentono e vivono la scuola, il luogo dove passano la maggior parte della oro adolescenza. Poter parlare e confrontarsi è non solo un modo per esprimersi, ma prima ancora un modo per capire ed elaborare il proprio vissuto.
grazie per queste preziose condivisioni
Giulia Cerrone