Entra un insegnante, giovane e bravo. «Preside, vorrei un consiglio. Faccio il mio lavoro con passione cercando sempre di trovare la mia strada. Però questa cosa mi costa. Già una volta non ho superato il concorso per docenti. E ora, che c’è il prossimo, non vorrei che ricapitasse. Ma non intendo rinunciare a essere me stesso. Come mi suggerisce di affrontare le prove?». Mi viene in mente un proverbio siciliano: “Piegati giunco, che passa la piena”. «Professore, è troppo importante, per lei e per tutti noi, che raggiunga l’obiettivo di entrare nella scuola. Cerchi di capire che commissione ha davanti. Se si rende conto di poter esprimere le sue idee, lo faccia. Se incontra commissari ottusi, dica loro quello che vogliono sentirsi dire». Quando passa la piena, non serve a nessuno farsi travolgere. L’intelligenza è anche spirito di adattamento e il vero romantico è chi riesce a realizzare l’ideale nel reale. Un buon insegnante può anche far finta di piegarsi alla burocrazia. Purché poi rimanga in piedi davanti ai suoi studenti.
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