Per raccontare come ricomincia davvero questo anno scolastico, occorre provare a smarcarsi dal confronto ideologico nel quale siamo immersi. Ripartire dai fatti è ormai un atto di “igiene culturale”, che appare sempre più urgente se vogliamo dare un fondamento alle nostre opinioni. Vediamoli, dunque, alcuni di questi fatti.
Per la prima volta, da molto tempo a questa parte, avremo (quasi) tutti gli insegnanti in classe il primo giorno di scuola. Si tratta di un risultato importante, specie in tempo di Covid, raggiunto grazie a un anticipo delle procedure burocratiche: trasferimenti, movimenti annuali, immissioni in ruolo, supplenze. Speriamo che questo diventi la normalità in futuro. Intanto va dato atto al Ministero e agli uffici scolastici del grande lavoro svolto.
Al di là delle posizioni personali sulla sua introduzione, la gestione del green pass presenta invece ritardi e confusione. Ad agosto si è introdotto l’obbligo per il personale scolastico. Poi si è aperta una questione con il Garante della Privacy che impedisce di conoscerne la scadenza, con la conseguenza che le scuole lo hanno dovuto controllare tutti i giorni a moltissime persone. Dopo le proteste, sarà attivata un’applicazione per verificare informaticamente chi lo possiede e intercettare così all’ingresso solo chi non ce l’ha. Ma adesso, alla vigilia dell’inizio delle lezioni, sono state nuovamente cambiate le carte in tavola. Il green pass dovranno esibirlo tutti coloro che entrano a scuola (genitori, fornitori, esperti, ecc). Quindi ricominceranno i controlli quotidiani di decine di persone, molte delle quali non hanno alcun contatto con gli studenti. Un’incombenza gravosa e discutibile, che si aggiunge alle altre.
Riguardo ai trasporti, si sente parlare di aumento di mezzi e controllori. Ma su questo tema le parole contano poco. Vedremo se il sistema di trasporto pubblico reggerà alla prova dei fatti e se gli autobus sovraffollati saranno solo un cattivo ricordo.
Le regole sul numero di alunni per classe non sono cambiate. Ritroveremo quindi le cosiddette “classi pollaio” e le carenze di spazi. Per questo, le tante risorse disponibili avrebbero potuto essere impegnate più utilmente per avere più insegnanti e costruire nuove scuole.
Buon anno scolastico a tutti! In presenza, finalmente.
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