Bussa alla porta la mamma di una studentessa. «Preside, mia figlia ha smesso di studiare, non ha più voglia. Non è che abbia conflitti con i compagni o con gli insegnanti. Però non ce la fa più a venire a scuola. Non regge la tensione. Vorrebbe andare in una scuola privata». «Provo a parlare con gli insegnanti e con sua figlia». Gli insegnanti confermano che la ragazza ha “staccato la spina”. La faccio chiamare. «Periodi di crisi sono normali alla tua età, però, se il problema non è la scuola, perché pensi di risolverlo cambiando scuola?». «Perché nella scuola privata c’è meno stress e forse starei meglio». «Ma non credi che dovresti analizzare meglio le ragioni del tuo malessere? Forse, se recuperi serenità, arrivano anche i risultati scolastici. Se invece decidi di andare in un contesto più facile, le cose apparentemente andranno bene, ma in realtà starai barando con te stessa». Annuisce. Provo anche a proporle di farsi aiutare. Ma è una scelta difficile. Non sempre si ha il coraggio e l’umiltà per farla. La ragazza e la famiglia si sono prese qualche giorno per riflettere. Stanno provando ad accettare l’idea che con le scorciatoie i problemi non si risolvono, si evitano. Comunque vada a finire, mi pare già un buon segno.
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