La maturità è finita e, almeno al Marco Polo, ieri abbiamo anche completato gli “esami di riparazione” per i rimandati. Come spesso accade, molti sono soddisfatti e alcuni invece ritengono di avere subito ingiustizie. Le scuole cercano di fare il possibile per essere eque nelle valutazioni, ma capita che non sempre ci riescano. Va tenuto conto però che ci sono mille variabili da considerare, legate ai docenti, agli studenti, alle situazioni personali e familiari. Che ci siano punti di vista diversi è normale, anzi è auspicabile in un contesto democratico come la scuola. Purché quei punti di vista vengano espressi in modo civile e rispettoso. Cosa che accade spesso. Spesso, non sempre. Tengo però a ribadire una cosa detta nei giorni scorsi. Evitiamo per piacere di fare confronti superficiali basati solo sulle “prestazioni scolastiche oggettive”. Le storie dei ragazzi sono diverse e ognuna va considerata nella sua complessità. Altrimenti potremmo abolire gli insegnanti e affidare le scuole a calcolatrici e robot.
Adesso professori e studenti sono in vacanza. Legittimamente. Ma la scuola in realtà in vacanza non ci va mai. Lo dico a chi ama ripetere che nella scuola si fanno tre mesi di ferie. Per poter ripartire con le attività collegiali il 1 settembre e per consentire agli studenti di essere in classe il 15 settembre, durante l’estate bisogna lavorare. E anche molto. Ci sono mille cose da sistemare e mille procedure burocratiche da seguire. E poi c’è anche un’altra questione, se possibile ancora più importante. Una scuola che si rispetti dovrebbe essere un laboratorio permanente, un luogo dove ci si interroga continuamente sul senso del nostro lavoro e sulla tappa successiva del nostro percorso educativo. Per questo anche l’estate, quando siamo più riposati, può essere il tempo delle riflessioni e della elaborazione di idee per capire come ripartire l’anno successivo. Come tutti gli anni, al Marco Polo il rientro a scuola a settembre sarà caratterizzato da alcune sorprese. Sugli ambienti, sulla didattica, sull’organizzazione. E apriremo un “cantiere sulla valutazione”, tema ormai diventato cruciale. Alcune di queste sorprese nasceranno in estate. “Preside, ma non si può mai stare tranquilli!”, ha detto un insegnante all’ultimo collegio. No, nella scuola non si può mai stare tranquilli. E forse non è una cosa così negativa.
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