Le polemiche su vaccini e green pass continuano a divampare, con toni francamente preoccupanti. Diventa davvero difficile discutere quando i sostenitori delle diverse tesi si rivolgono gli uni agli altri appellandosi come nazisti, criminali o negazionisti. La mia sensazione è che questo avvenga perché si cerca di semplificare una questione complessa e ancora piena di interrogativi. In troppi sono convinti di avere la verità in tasca e la brandiscono come una clava su quelli che la pensano in modo differente. Chi si schiera dalla parte della “verità scientifica” dimentica che gli stessi virologi hanno cambiato spesso posizione sul Covid e che quella verità non è unica e indiscutibile. Altri sono tormentati dai dubbi o si sentono vittime di complotti dei poteri forti. Ognuno vede le proprie ragioni e non quelle degli altri. Il Governo deve assumere le sue decisioni, ma in una situazione così delicata procedere con azioni di forza e atti autoritari non mi sembra la strada giusta. Ci si potrebbe invece ispirare al “less is more”, cercando di muoversi con prudenza e cautela. Non è impossibile agire ascoltando la scienza e, nel contempo, rispettando i dubbi di molti senza trattarli come terrapiattisti. Ragione e sentimento vanno considerati entrambi prima di decidere, altrimenti si rischia di alimentare le già fortissime tensioni sociali. Per questo, pur essendo vaccinato e credendo nell’utilità dei vaccini, mi permetto di invitare il Governo a posare la clava.
A scuola quasi il 90% degli adulti si è già vaccinato spontaneamente. Abbandoniamo la strada dell’obbligo, che poi nessuno pratica in Europa, e scegliamo quella della sensibilizzazione, anche tra i ragazzi. In un momento in cui i contagi salgono, ma le terapie intensive e le ospedalizzazioni rimangono contenute, evitiamo allarmismi e quarantene diffuse. Da questa situazione usciamo se manteniamo buon senso e fiducia nelle persone. Altrimenti, alla riapertura a settembre, dovremo affrontare non solo il virus del Covid, ma anche quello dell’intolleranza. E anche la scuola si troverà dentro un clima avvelenato, nel quale sarà difficile dialogare in modo civile. Non è questo di cui abbiamo bisogno. Avremmo invece bisogno di ricominciare a fare buona educazione serenamente. E in presenza, se possibile.
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