Arrivano i rappresentanti di istituto degli studenti, appena eletti. «Preside, possiamo fare un’assemblea nel mese di dicembre?». «Certo, le assemblee sono un vostro diritto». «Dovremmo però trovare un posto». «Come sapete, non abbiamo spazi abbastanza grandi all’interno della scuola, quindi bisogna cercarne uno all’esterno. Se volete, ho i contatti di alcuni teatri dove andiamo di solito. Posso telefonare io, ma, essendo la vostra assemblea, sarebbe meglio che chiamaste voi». «Ok, ci dia pure i numeri, sentiamo noi quando hanno disponibilità». Il giorno dopo ritornano e mi comunicano la data in cui hanno prenotato. «Ora dovreste raccogliere i soldi. I rappresentanti degli scorsi anni andavano nelle classi a chiedere uno o due euro». «Faremo così anche noi. Un’altra cosa. Abbiamo il timore di una scarsa partecipazione. E’ possibile obbligare in qualche modo gli studenti, prendendo le presenze e le assenze?». «No. L’assemblea è un diritto degli studenti, ma non c’è obbligo di partecipazione. Dovete cercare di renderle interessanti. I vostri compagni devono venirci per scelta, non per obbligo. E’ una sfida importante per voi. Avete pensato a come organizzarla e su quale tema?». «Abbiamo deciso di seguire lo schema degli anni scorsi, con una prima parte più seria e una seconda più ludica, nella quale organizzeremo un “Talent di Natale”». «E il tema della prima parte quale sarà?». «Abbiamo deciso il titolo “Sessualità sana e parafilia. In una società dove manca l’educazione sessuale, il riferimento è la pornografia”. Vorremmo riflettere sulle conseguenze del facile accesso ai contenuti pornografici e discutere del confine tra sessualità e pornografia». «Mi sembra un tema importante. Ma pensate di saperlo affrontare adeguatamente?». «Un po’ sì. Poi ci faremo aiutare da esperti, che stiamo contattando». Un paio di giorni dopo i ragazzi mi chiedono di nuovo un incontro. «Ci scusi, preside, ma secondo lei in assemblea possiamo distribuire preservativi?». «Come vi ho già detto, l’assemblea è un momento vostro. Siete liberi di fare quello che volete, basta che ve ne assumiate le responsabilità. Distribuire preservativi è possibile, anzi mi sembra un gesto simbolicamente significativo, purché ne spieghiate bene il senso. Ma come pensate di reperirli?». «Naturalmente non possiamo comprarli perché costerebbero troppo. Cerchiamo associazioni che potrebbero regalarcene un po’, come quelle che promuovono la lotta all’Aids. Ha qualche contatto?». Do loro i contatti che ho. I ragazzi si ripromettono di chiamarli al più presto. Mentre escono dalla presidenza, penso che i dialoghi con gli studenti sull’organizzazione delle loro assemblee raccontano molte cose. Sulle nostre idee di democrazia e su quello che siamo diventati. Tutti, adulti e adolescenti.
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