Entrano alcune ragazze di una classe. «Preside, vorremmo chiederle una cosa. Come sa, noi stiamo facendo uno scambio con alcuni studenti di una scuola francese. Li abbiamo ospitati in questa settimana e fra alcuni giorni andremo in Francia da loro. Poiché uno studente francese non aveva il partner italiano, una nostra compagna, che non aveva aderito allo scambio, ha dato la disponibilità ad accoglierlo a casa sua. In questi giorni lei ha partecipato a tutte le attività, si è inserita benissimo nel gruppo e si è fatta benvolere da tutti. Adesso siamo dispiaciuti che non venga in Francia. Le abbiamo chiesto se voleva aggiungersi, ma ha detto che non può per motivi economici». «Conosco questa storia, ragazze, perché mi è stata raccontata dalle vostre insegnanti. Mi fa molto piacere che la vostra compagna abbia accolto il ragazzo francese e che tutto sia andato bene. Voi esattamente cosa proponete?». «Vorremmo chiedere se la scuola può fare qualcosa per consentire alla nostra compagna di venire in Francia. Altrimenti siamo disposte a fare una colletta noi e anche i ragazzi francesi per pagarle il volo». «La scuola, come sapete, destina alcune migliaia di euro per contributi economici alle famiglie che presentano l’ISEE e hanno difficoltà a sostenere la spesa dei viaggi. Ma quelle risorse sono già state distribuite. Comunque provo a capire se ci può essere una strada. Intanto mi complimento con voi. Fa davvero piacere vedere studenti che si muovono a favore di una compagna. Posso chiedervi una cosa? Ma lei lo sa? Ve lo chiedo perché in questi anni alcuni studenti, in circostanze simili, si sono sentiti in imbarazzo e hanno rifiutato l’aiuto». «Sì, lo sa e sarebbe felice di venire». Saluto le ragazze rinnovando l’apprezzamento per la loro iniziativa. Nei giorni successivi ci siamo mossi per cercare una soluzione, che, per una serie di ragioni, non si è realizzata. Rimane però il gesto delle compagne.
In un momento in cui prevale la narrazione di studenti vandali che distruggono scuole, di un individualismo crescente e di un forte disagio relazionale post-Covid, vedere ragazzi di due Paesi diversi che si mettono insieme per tenere nel gruppo una loro compagna mi pare una buona notizia che merita di essere raccontata. Non per buonismo, ma per dare riconoscimento e valore ai tanti giovani che quotidianamente contribuiscono a rafforzare i nostri legami sociali. Fantasmi di cui si parla davvero troppo poco.
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