Nelle scuole siamo in periodo di elezione degli organi collegiali. Bussano alla porta in sequenza ragazze e ragazzi candidati in due liste per il consiglio di istituto. Arrivano con la stessa richiesta. «Abbiamo scritto un programma e ci piacerebbe sapere cosa ne pensa, in particolare vorremmo discutere con lei se si tratta di cose fattibili». Mentre li ascolto, mi domando se quello che sta succedendo sia una cosa buona. In altri periodi i ragazzi non si sarebbero mai sognati di andare dal preside per chiedere un parere sulle loro istanze. E forse avrebbero cercato l’utopia più che la concretezza. È un segno dei tempi. Sono meno conflittuali, più collaborativi e pragmatici. Alla fine, penso che l’interesse per la realizzabilità delle idee e l’atto di fiducia verso la presidenza siano positivi. Quindi provo a rispondere. «Ragazzi, naturalmente le proposte sono vostre e non dovete chiedermi il permesso per presentarle, ma, se volete un confronto con me sulla loro fattibilità, sono disponibile». Iniziamo.
«Vorremmo mettere più contenitori per la raccolta differenziata nelle aule e in giardino». «Avete ragione, su questo la nostra scuola è indietro. Ma lo possiamo fare. Stateci addosso perché questa iniziativa venga realizzata». «Vorremmo rifare il merchandising: felpe, t-shirt, ecc.». «Potete muovermi autonomamente. Scegliete una ditta, vi mettete d’accordo e noi vi aiutiamo nella comunicazione e nell’organizzazione». «Si può aprire il secondo cancello della scuola per far defluire meglio gli studenti? Altrimenti scavalcano la rete ed è pericoloso». «Questo è di competenza della città metropolitana. Hanno fatto mille sopralluoghi, che non hanno portato a nulla. Fatevi sentire con loro». «Vorremmo realizzare delle feste degli studenti». «Dovete gestirle da soli in locali esterni perché qui non abbiamo spazi per 1500 studenti, la scuola può promuoverle». «Ci piacerebbe organizzare incontri con personaggi vari su temi che ci interessano». «La scuola è vostra, potete farlo quando volete. Possiamo anche mettervi a disposizione strumenti per dirette streaming». «Vorremmo che agli studenti fosse data una parte delle risorse della scuola da gestire autonomamente». «È questione delicata, da studiare tecnicamente. Ma parliamone insieme in consiglio di istituto».
In fondo, la scuola è un laboratorio di democrazia. E la democrazia si impara in mille modi. Anche attraverso una conversazione tra adulti e ragazzi su come si realizzano le proprie idee.
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