La recente delega sull’inclusione rischia di non poter essere applicata su un punto chiave: la possibilità di riconfermare nella stessa scuola gli insegnanti di sostegno in servizio nell’anno precedente. Tale riconferma potrebbe avvenire a condizione che le famiglie ne facciano richiesta e che il dirigente scolastico lo ritenga opportuno, dopo aver valutato l’operato del docente ed eventualmente sentito il consiglio di classe. Ma tutto questo rischia di saltare. Il Governo è in ritardo sulle procedure necessarie a rendere effettiva la legge. E i sindacati sono critici perché si violerebbe il principio dell’assegnazione di supplenze secondo le graduatorie e si rischierebbero arbitri da parte dei presidi. Lentezze e conservatorismi stanno quindi bloccando una norma di civiltà, che garantirebbe continuità didattica agli studenti con disabilità e valorizzerebbe insegnanti che hanno lavorato bene. L’ennesima occasione mancata per cambiare le cose, difficile da spiegare all’opinione pubblica. Si continua a dare l’idea che gli interessi dei docenti confliggono con quelli degli studenti e con quelli dei presidi. Dimenticando che siamo tutti dalla stessa parte, quella di chi ha il dovere di offrire una scuola pubblica di qualità.
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