La pressione di studenti, genitori, insegnanti, personale Ata e presidi ha dato i suoi frutti. La notizia di queste ore è la decisione del Governo di riportare seconde e terze medie immediatamente a scuola con il passaggio a zona arancione di quasi tutta l’Italia e il rientro in presenza delle secondarie superiori al 75% dal 7 gennaio, che dovrebbe diventare 100% nelle settimane successive. Naturalmente ci attendiamo che si tenga a fede a questo impegno anche in caso di un rialzo contenuto dei contagi. La scelta potrebbe essere ripensata forse solo di fronte ad un aumento esponenziale, frutto di comportamenti irresponsabili durante le vacanze natalizie, che speriamo non si verifichino. Nel frattempo si è aperto un confronto con enti locali e aziende di trasporto, che dovrebbe portare una migliore organizzazione dei flussi di studenti. Vedremo.
La riapertura delle scuole è urgente perché il disagio di studenti e insegnanti cresce in modo preoccupante. Ne sono prova le continue richieste di aiuto che arrivano agli psicologi, motivate da ragioni personali e scolastiche. Tra queste ultime c’è l’eterno tema delle valutazioni. In primavera si decise che i ragazzi sarebbero stati tutti promossi, per cui la tensione si è abbassata. Adesso non è così. Gli insegnanti hanno necessità di mettere voti, ma gli studenti lamentano un eccessivo carico di impegni in una condizione di disagio. Entrambi si sentono sotto stress. È difficile “trovare la misura”, attribuire a distanza valutazioni attendibili che tengano conto delle oggettive difficoltà in cui ci troviamo. E al rientro a gennaio si rischiano settimane pesanti per tutti.
In realtà siamo di fronte a una grande occasione per ripensare il sistema di valutazione nelle scuole. Forse dovremmo considerare maggiormente il processo di apprendimento rispetto alla prestazione, che pure deve mantenere un senso. E valorizzare di più le dimensioni personali e sociali. Nell’immediato potremmo alleggerire le tensioni ridimensionando il peso del primo quadrimestre per consentirci un respiro più lungo e rimandare alla seconda parte dell’anno valutazioni più ragionate. Ce ne gioveremmo tutti. Umanamente e scolasticamente.
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