Sono passati diversi giorni dalla nascita del nuovo Governo, ma al momento la svolta tanto attesa e reclamizzata non si è vista. Il nuovo DPCM ripropone per la scuola tutte le misure del bistrattato Governo precedente: mascherine obbligatorie, didattica in presenza dal 50% al 75% in fascia gialla e arancione, DAD in fascia rossa, organi collegiali a distanza, viaggi di istruzione sospesi, scuola-lavoro consentita. Le prime parole di Draghi e del ministro Bianchi, che prospettavano per tutti la scuola in presenza, sono smentite dai fatti. Aumentano invece i territori che prevedono chiusure e se ne paventa una nazionale. Appare poi già tramontata l’idea di prolungare a fine giugno il calendario scolastico. Al di là del merito delle questioni, si ha la sensazione di essere alle solite. Si parla senza conoscere, si fanno proposte e promesse che poi non si mantengono.
Il cosiddetto Governo dei Competenti ripropone vizi della vecchia politica. Forse perché ci sono alcuni equivoci. Il primo è che i tecnici non sono tuttologi. Ognuno è competente nella sua materia, a cominciare da Draghi, che invece qualcuno osanna come se potesse sapere e risolvere tutto. Il secondo è che i tecnici non sono neutri, devono fare delle scelte e tutte le scelte sono politiche perché prevedono di assumere una posizione. Il terzo, al di là delle tragicommedie di chi fa cultura senza leggere libri o di chi fa istruzione confondendo Dante con Topolino, sta nel cambio di poltrone di molti ministri e sottosegretari. Come se uno potesse occuparsi indifferentemente di giustizia, di lavoro, di agricoltura o di trasporti. Francamente li invidio. Sono nella scuola da trent’anni e ancora non conosco tante cose del mio ambito. Loro invece riescono a decidere la politica nazionale di un settore senza mai essersene occupati prima. Siamo di fronte a dei fenomeni. O alle ragioni delle disgrazie del nostro Paese.
Nel frattempo nella scuola cerchiamo di continuare a fare educazione, pur tra mille difficoltà. Per dirne una, stiamo attendendo da tempo le ordinanze degli esami di terza media e di maturità. Insegnanti e ragazzi per adesso lavorano al buio. Ecco, se qualcuno del fantastico Mondo di Sopra, oltre a partecipare alla distribuzione degli incarichi o a tavoli di confronto “ai massimi livelli”, ci facesse la grazia di occuparsi dei miseri problemi quotidiani di noi comuni mortali del Mondo di Sotto, gli saremmo infinitamente grati.
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