Incontro il responsabile del laboratorio di fumetto con gli studenti. Vorrei che esprimessero un loro punto di vista attraverso un disegno. E metteremo a disposizione una parete dove potranno realizzarlo. Da tempo lavoriamo perché gli spazi della scuola divengano luoghi di espressione, occasioni per costruire identità. Perché riteniamo fondamentale abitare luoghi che ci rappresentino. Negli incontri del laboratorio già effettuati i ragazzi si sono confrontati su quale tema li interessasse di più. E alla fine hanno scelto: il Futuro. Quando è stato chiesto di dire come se lo immaginassero, hanno risposto che lo vedono come un muro. A quel punto si è deciso che ogni studente creerà un proprio avatar e raffigurerà con un disegno il modo in cui pensa di affrontare quel muro. Nelle prossime settimane completeremo il progetto e passeremo alla parte esecutiva. Mi sembra una storia bella e significativa. Però, se i ragazzi vedono un muro davanti a loro, dovremmo interrogarci sui nostri modelli educativi e sulle nostre narrazioni. Stiamo crescendo giovani senza autostima, fragili e impauriti. E gli stiamo raccontando che la vita è una montagna, da scalare con dolore e con fatica. Il modo migliore per farne degli adulti infelici.
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