Al Marco Polo di Firenze nel primo quadrimestre di questo anno scolastico abbiamo avviato una sperimentazione oraria. Le ore sono di 55 minuti invece di 60, ragazzi e insegnanti escono alle 13.30 invece che alle 14. Per recuperare i “minuti sottratti” gli studenti faranno 4/5 pomeriggi fino alle 17.30 (più o meno uno al mese). Gli insegnanti restituiranno i minuti di servizio non svolti in 18 moduli da 55 minuti, la mattina o il pomeriggio.
Si aprono spazi per fare compresenze e innovazioni didattiche. Oggi abbiamo fatto il primo pomeriggio. Attendo di raccogliere tutti i commenti, quelli positivi e quelli negativi. C’è un po’ di stanchezza e qualche lamentela sui trasporti extraurbani che non si sono allineati. Ma molti hanno espresso anche il piacere di rimanere insieme a pranzo e di fare attività alternative. Uscite didattiche, visioni di film, laboratori di arte, discussioni su temi di attualità e tanto altro. “Il prossimo pomeriggio possiamo utilizzarlo anche per studiare insieme?” ha chiesto una classe. “Finalmente un tempo per vedere un film e commentarlo senza fare le corse come la mattina”, ha rilevato una professoressa.
Ascolteremo con calma tutte le considerazioni e decideremo insieme se proseguire o no questa sperimentazione nel secondo quadrimestre. Ma una cosa è certa. La scuola ha bisogno di movimento, è vitale disturbare la routine quotidiana per liberare spazi e cercare strade nuove che consentano di fare scuola in modo diverso. Per questo è importante essere insieme. Insieme più insegnanti in aula che progettano, spiegano, si confrontano. Insieme insegnanti e studenti per costruire un discorso educativo collettivo, che metta a frutto le intelligenze e i sentimenti di adulti e ragazzi.
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