Il nuovo Ministro dell’Istruzione è Giuseppe Valditara. Mi riconosco in un’area politica diversa, ma credo che le persone vadano giudicate per quello che fanno, al di là delle proprie appartenenze. Quindi attenderò le sue azioni e le valuterò con spirito aperto. Ma una cosa è già successa. Il Ministero ha cambiato nome. Si chiama Ministero dell’Istruzione e del Merito. Che cosa vorrà dire esattamente questo lo scopriremo presto. In passato, sulle idee di merito e meritocrazia ci sono state molte discussioni. Provo a dire come la penso, cercando di stare fuori dai furori ideologici.
Merito deriva dal latino merere, cioè meritare. “Essere degno di lode, di ricompensa, di gratitudine e anche di biasimo e di pena”, dice il dizionario. Il concetto di merito a me non piace. Innanzitutto perché tende a distinguere il mondo in buoni e cattivi. Poi perché affida a un “superiore” la decisione su chi è meritevole. E ancora perché in genere si ispira a un approccio comportamentista, basato sui premi e le punizioni. Che va bene per gli animali, meno per le persone.
La questione del merito però è legittima, anche se si pone diversamente per adulti e ragazzi. Sugli adulti non dobbiamo essere ipocriti. Tutti vorremmo persone “meritevoli”. Essere curati da un medico bravo o affidare i figli a insegnanti preparati, ad esempio. Ma come si riconosce il merito e chi lo decide? È il tema della valutazione, che troppe volte irrita il mondo della scuola. Prima o poi noi presidi, gli insegnanti e il personale Ata dovremo accettare il confronto e rispondere di quello che facciamo. Libertà di insegnamento o di dirigenza non possono voler dire irresponsabilità.
Altro conto è il merito declinato su bambini e ragazzi. La scuola dei meritevoli mi inquieta. Noi dobbiamo prenderci cura di tutti, a partire da chi vive un disagio personale o scolastico. Ognuno deve sentirsi accolto, sostenuto. Per questo non servono il bastone e la carota. Serve conoscere le storie e i desideri dei nostri studenti per accompagnarli lungo la loro strada. “Tu non meriti nulla”, si sente ancora dire da adulti incapaci. Ma i bambini hanno sempre dei meriti, siamo noi che spesso non li vediamo.
Se il nuovo Ministro aprirà un tavolo sulla qualità del nostro lavoro, abbiamo il dovere di sederci per costruire la scuola che tutti meritiamo. Se invece intende mettere in campo una scuola per i soli studenti meritevoli, mi troverà sulle barricate.
23 Ottobre 2022 alle 6:14
Sono perfettamente d’accordo: lavorare per una scuola che tutti meritiamo.
23 Ottobre 2022 alle 8:11
Ho l’impressione che la parte sulla scuola dei meritevoli sia perfettamente coerente con quanto annunciato nel programma di Fratelli d’Italia:
“Infine, riforma fondamentale, il diritto di scegliere fra scuole socialization-oriented, come le attuali, in cui le priorità sono la socializzazione, l’intrattenimento, e la tutela (malintesa!) delle minoranze in difficoltà, e scuole knowledge-oriented, in cui le priorità sono lo studio e l’acquisizione di conoscenze. Famiglie e insegnanti che non apprezzano la deriva dell’abbassamento dovrebbero avere il diritto di fondare scuole di tipo nuovo, cui si accede con appositi voucher, e in cui a un maggiore impegno (e fatica) di tutti corrispondono obiettivi di conoscenza più elevati”. (Tutta la parte sulla scuola da pag. 40: http://ai2018.engitel.com/static/upl2022/appu/appunti-per-un-programma-conservatore_c.pdf?fbclid=IwAR2lMuHTLb-8YeHbcAtwMeOxsrl8QKY4DbxDx5AzEsQVTUegJOJUAYanU8I)