Non c’è più la chiamata diretta, cioè la possibilità per le scuole di “assumere” docenti senza vincoli di graduatoria. Gli insegnanti potranno chiedere il trasferimento dove desiderano, i presidi si liberano di una “bega”, Governo e sindacati trovano un accordo. Tutto bene? No. La chiamata diretta era uno strumento inadeguato, ma affermava un principio di competenza su quello dell’anzianità. Le esigenze dei docenti e quelle degli studenti vanno tenute insieme. Perché scandalizza l’idea che una scuola possa scegliere un docente bravo anche se più giovane? Perché non possiamo confermare un supplente con cui tutti si sono trovati bene e dobbiamo ricominciare dall’ordine di graduatoria? Perché alle scuole si concede l’autonomia se poi non si ha fiducia nella loro capacità di decidere? La paura del preside-sceriffo fa prevalere la burocrazia sul merito e sul diritto degli studenti ad avere un buon insegnante. Nella scuola vogliamo automatismi e oggettività assoluta? Allora aboliamo le persone. E mettiamo algoritmi al posto di presidi e insegnanti.
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