In questi giorni il neopresidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha dichiarato che, per risolvere il problema degli autobus affollati, bisognerebbe revocare l’autonomia alle scuole e decidere centralmente gli orari di ingresso e uscita degli studenti. Un’affermazione che ha suscitato irritazione nel mondo della scuola per diverse ragioni. Primo. Se i trasporti sono sovraffollati, dovremmo verificare innanzitutto le responsabilità di chi gestisce i trasporti stessi, Regione compresa. Secondo. L’insufficiente coordinamento degli orari tra enti locali, scuole e aziende di trasporto andrebbe imputato almeno in parti uguali a tutti e tre. Terzo. Qualora anche ci fossero responsabilità delle scuole, la soluzione non può essere quella di togliere l’autonomia con atto autoritario, ma al contrario di valorizzarla, consentendo alle scuole stesse di assumere le proprie scelte attraverso il confronto con la propria comunità e con le altre istituzioni.
Piuttosto che cercare un capro espiatorio nelle scuole, servirebbe analizzare con obiettività gli elementi di criticità della situazione e cercare insieme soluzioni praticabili. Provo ad indicarne alcune.
1. Potenziare gli Uffici di Igiene, che sono in evidente affanno nonostante gli sforzi generosi del personale. Nelle scuole registriamo, ad esempio, che passano diversi giorni tra l’esito positivo del tampone di uno studente e la comunicazione di messa in quarantena della sua classe, con evidente aumento di rischi per tutti.
2. Presidiare i mezzi pubblici con personale aggiuntivo, che impedisca il sovraffollamento e verifichi che si rispettino le misure di sicurezza.
3. Aumentare le misure di sicurezza nelle scuole per conservare la didattica in presenza per tutti, ad esempio prevedendo l’uso costante delle mascherine nelle scuole superiori.
4. Rafforzare lo scaglionamento delle lezioni, cercando di contemperare le esigenze delle scuole con quelle delle aziende di trasporto.
Il Governo prevede restrizioni, ma cerca giustamente di salvaguardare scuola e lavoro. Servono azioni anche a livello locale. Non un atto calato dall’alto, ma un tavolo di confronto vero e rispettoso di tutte le parti con decisioni immediate.
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