Per il primo articolo del 2025 ho pensato a quale potesse essere l’augurio da fare alla scuola. E mi è venuto in mente un piccolo episodio di qualche mese fa. Due insegnanti si incontrano in corridoio e iniziano a parlare di una studentessa. Una dice che la ragazza è brava, ma non sorride mai. E insiste un po’ su questo. A un certo punto, l’altra sbotta: «Ma cosa hai contro le persone che non sono sempre sorridenti? Non c’è niente di male a non sorridere». Una reazione dalla quale si intuisce che la professoressa parlava anche di sé, avendo un carattere un po’ introverso e poco incline al sorriso.

Ecco, in un momento dell’anno in cui tutti ci mostriamo allegri ed esibiamo felicità, vere o presunte, ho ripensato a quella professoressa, al diritto a non sorridere rivendicato per la studentessa e per sé stessa. Un tema che mi pare importante in tutti in contesti, ma soprattutto nella scuola, dove troppo spesso chiediamo agli altri di essere come li vogliamo, secondo i nostri stereotipi di ben-essere. Ma ognuno ha la sua storia e andrebbe rispettato per quello che è. Perché si può star bene anche se non si sorride, se non si hanno tanti amici, se non si va alle feste.

Questo è l’augurio che mi viene da fare alla scuola per il nuovo anno. Diventare un posto dove tutti possano essere liberi di esprimere quello che sono. Senza sentirsi giudicati, senza dover assecondare le aspettative di altri. La buona scuola in fondo dovrebbe fare semplicemente questo. Accogliere bambini e ragazzi, aiutarli a capire chi sono e a diventare quello che desiderano essere.

Una volta, su un bus, un anziano si lamentava ad alta voce della società di oggi, attribuendo la responsabilità ai giovani. Un giovane, scocciato, ha esclamato: «Le ricordo che questa società di cui parla, con tutte le cose che non funzionano, ce l’avete lasciata voi a noi». Ecco, forse gli adulti dovrebbero dedicare più tempo a occuparsi di loro piuttosto che a giudicare gli altri.

Buon anno a tutti. Soprattutto a quelli che non sorridono e alla scuola che li rispetta.